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  • Giorno 5: Helsinki – Imatra

    Essendo arrivato tardi, la sera prima non mi ero nemmeno accorto che l’albergo fosse in riva al mare! Questo mi consente di iniziare la giornata facendo quattro passi e qualche foto in spiaggia.

    Oggi infatti ho nei piani una giornata di relativo riposo, che comprende bucato, cura della moto e un largo giro per Helsinki (non proprio la più bella delle città viste finora), che si conclude con una visita ai mercatini del porto… mangio un boccone in una delle tante bancarelle di street-food e mi godo l’atmosfera rilassata.

    Dura poco però, perchè è presto ora di rimettersi in moto. Decido di salire per la strada orientale, che fa un’ampia curva lungo la regione dei laghi, ma è anche un po’ più lunga, e devo quindi portarmi almeno un po’ avanti. Consigliato di andare a vedere le rapide di Imatra, punto su questo centro turistico della Karelia, ma all’arrivo scopro che le rapide sono visibili solo quando vengono aperte le chiuse di una diga, il che avviene a un’ora precisa e io ovviamente sono arrivato tardi. 😭

    Ormai comunque mi fermo sul posto e mi consolo trovando un albergo a costo abbordabile dotato di piscina e sauna finlandese originale. Ne approfitto per rimettere in sesto il fisico… perché da domani si accelera a tutta verso nord.

    Km: 289

    Helsinki, città di mare
    L’interno della bizzarra “Chiesa nella roccia”
    Il mio animale totemico su una torre di Helsinki
    L’incredibile interno della cattedrale ortodossa
    Nel porto di Helsinki passa davvero di tutto…
  • Giorno 4: Riga – Helsinki

    La prima notizia di giornata è il sole, che splende deciso… non resta che sfruttarlo al meglio mettendosi subito in viaggio verso Tallinn. Anche in questo caso mi tocca scegliere la strada più dritta, ma forse è meglio chiarire che già da un po’ non si può più parlare di “autostrade” come le intendiamo noi. Si tratta infatti di stradoni dritti a due corsie, con un limite a 90 orari e infarciti di Tutor… assomigliano un po’ alla nostra “Ferrata” Udine-Portogruaro, solo che qui sono lunghe centinaia di chilometri e collegano le capitali.

    Per quanto a livello motociclistico siano quanto di più noioso, consentono però qualche scampagnata qua e la alla ricerca di panorami fotogenici, soprattutto quando, all’altezza del confine con l’Estonia, sul lato sinistro della strada la muraglia di alberi si dirada e fa capolino il mare! Preso dall’entusiasmo provo addirittura a prendere una strada alternativa, segnata come “costiera”, “panoramica” e “turistica”… e può anche essere, ma è pure sterrata! Dopo qualche chilometro di buche e pantano, mi rimetto tristemente sulla strada “dritta e noiosa”

    Arrivo a Tallinn abbastanza presto nel pomeriggio, avendo nel frattempo prenotato il traghetto verso Helsinki la sera: anche considerando le lungaggini dell’imbarco, mi ritaglio qualche ora per visitare la città vecchia medievale di Tallinn con le sue viuzze, le sue fortificazioni e la meravigliosa cattedrale ortodossa.

    Fatto il pieno di foto, non resta che aspettare l’imbarco… col traghetto in arrivo alle 21:30  e tutta la procedura di sbarco, c’è appena il tempo di andare in albergo e a nanna. Per visitare Helsinki, c’è tutto domani.

    Km: 345

    Nella campagna Estone
    Tallinn: libri… fioriti!
    La cattedrale ortodossa di Tallinn
    Qua la Russia è vicina e fa paura
    Salutiamo l’Estonia
  • Giorno 3: Ełk – Riga

    Sveglia e piove. Cioè non è proprio che piove… diluvia… a secchiate! In altre occasioni troverei qualcosa da fare attorno al lago e aspetterei tempi (tempo) migliore… ma il viaggio è lungo e la destinazione ancora lontana, tocca vestire l’intera tuta antipioggia e muoversi ugualmente.

    Per fortuna l’attrezzatura è ottima, macino un centinaio di chilometri sotto il nubifragio restando comunque asciutto. Poi per fortuna il tempo migliora, e mi consente anche qualche diversivo fotografico per la campagna… finisce che valico la frontiera con la Lituania in un viottolo tra i boschi.

    Ma non è ancora ora di togliere la tuta… gli scrosci si susseguono, anche intensi; visto che le previsioni danno tempo migliore verso nord, decido di puntare direttamente verso la Lettonia, destinazione: Riga.

    La strada è lunga ma almeno finalmente esce il sole lungo il percorso, e arrivo a Riga col bel tempo. Passo la serata a girare per l’animatissimo e bellissimo (patrimonio UNESCO, pienamente meritato) centro di Riga, e incappo perfino in una brasserie con una schiera di spine tutte a birre belghe… posso chiedere la serata in gloria! Prosit!

    Km: 480

    Lituania: il paese delle cicogne
    Lettonia: il paese dei… mulini a vento?! 🤔
    Giardini e corsi d’acqua nel centro di Riga
    Le piazze di Riga
    … e non è nemmeno tutta la selezione 😋
  • Giorno 2: Brno – Ełk

    Colazione robusta e si parte, con l’idea di macinare quanti più chilometri possibile, quindi soste solo per la benzina e al massimo un panino al volo.

    E in fin del conti la giornata è passata così, con l’autostrada che scorre sotto le ruote, i chilometri che passano lenti e le ore interminabili… è perfino apprezzato il traffico attorno a Varsavia che costringe a una variazione in mezzo ai centri abitati per non finire imbottigliati in un ingorgo.

    Ma la corsa paga, mi fermo infatti a due passi dal confine lituano. Oltretutto, nonostante posto e hotel scelti praticamente a caso, mi ritrovo in una località turistica in un albergo fronte lago… che mi fornisce l’occasione perfetta per rimpinguare l’altrimenti magrissimo bottino fotografico di giornata.

    Km: 785

    La campagna polacca (manco a dirlo… presa dall’autogrill)
    Il lago di Ełk
    Ha abboccato! Tira tira!
  • Giorno 1: Udine – Brno

    Infilate a spinta le ultime cose nelle borse, si saluta tutti e si parte. Questa prima giornata non ha molto da raccontare, essendo la classica “sparata” di autostrada per arrivare il più lontano possibile: uno scroscio di pioggia improvviso che costringe al metti-e-togli della tuta antipioggia, i soliti lavori in corso sulle autostrade austriache, il prevedibile ingorgo sul ring di Vienna…

    Poi finalmente, avvicinandosi alla meta di oggi (Brno, scelta semplicemente perché sulla strada, alla distanza giusta) l’autostrada diventa un pezzo di provinciale che serpeggia per la campagna boema e consente di distendersi un po’, e scattare qualche foto.

    Arrivo in orario e così posso pure permettermi di sgranchire le gambe con una passeggiata nel vivacissimo centro, tra pub, concerti jazz e localini all’aperto. “Tutto molto bello”, come direbbe la buonanima di Pizzul, ma rientro presto che domani si pedala di nuovo.

    Km 625 per cominciare

    Per fortuna non è stato tutto così…
    Panorama boemo
    Concerti in piazza nella vivacissima Brno
  • Luglio 2025 – si riparte

    Quasi due anni sono passati dall’ultimo aggiornamento… in moto qualche scampagnata (Austria e Baviera), foto pochine, ma ora si riparte per un viaggio più “serio”.

    E in effetti potrebbe essere il più serio dei viaggi fatti finora; la destinazione è un classico, una di quelle da “una volta nella vita”: Capo Nord.

    I chilometri da macinare sono più dei soliti, il che costringerà a qualche lunga tirata d’autostrada, quindi meno foto (e in un certo senso, anche meno moto, visto che non è certo per macinare autostrade che si va in moto).

    Ma nonostante questo, mi aspetto comunque un viaggio vario ed emozionante; ora non resta che convincere tutto il bagaglio a stare nelle borse…

    In qualche modo ci starà… ci deve stare… 😅
  • Giorno 12: Arvier – Jesolo

    Sin da quando apro la finestra la mattina, e riesco a finalmente a vedere il piccolo borgo di Leverogne arroccato su una montagna baciata dal sole, mi rendo conto di quanto sia particolarmente bella la vallata in cui mi trovo.
    Basta fare i primi chilometri e l’impressione viene confermata: stradine “da moto”, tutte tornanti tra boschi, piccoli borghi e castelli fanno venire un mucchio di idee per un prossimo viaggio, magari proprio con destinazione Val d’Aosta. Intanto però, c’è da finire questo… e non ci sono molte alternative che ricominciare a pompare chilometri di autostrada, interrotti solo dalle pause per fare il pieno e soprattutto bere.
    Infatti, scesi dalle montagne, si annuncia subito un’altra giornata torrida, con 34-35 gradi sulla A4… ma ormai siamo quasi a destinazione, a Venezia esco con destinazione Jesolo e, come tante altre volte, termino il mio viaggio sulla riviera adriatica in buona compagnia degli amici Ale, Silvia, Giulia e Alice.
    Dalla familiare spiaggia sull’Adriatico fa un po’ impressione pensare che nemmeno 48 ore prima avevo i piedi ammollo nell’oceano atlantico!
    km 503

    La vista dalla camera d’albergo 

    Val d’Aosta, rocche e castelli 

  • Giorno 11: Le Mans – Arvier

    Pronti, via, si spengono i semafori e si arriva tutti in gruppo alla prima curva… come si conviene in una partenza da Le Mans; ma la mia di oggi è una gara di resistenza, non di velocità. Inizio quindi con un po’ di manutenzione della moto e la imposto sulla regolarità con lunghi tratti di autostrada intervallati da pause periodiche per riprendere fiato.
    I km, tutti di autostrada si susseguono fortunatamente notosi, niente ingorghi o intoppi e imbrocco pure la strada giusta, evitando Lione e Parigi e puntando sulla molto meno trafficata Mâcon, e da lì poi al traforo del Bianco; è solo una sequenza di chilometri, pieni, e pause in area di sosta.
    L’unico fastidio è il caldo… rimpiango parecchio i 16-20 gradi della Normandia, nella Francia centrale il sole martella e sotto i 30 gradi ci va solo quando arrivo sulle pendici del Monte Bianco.
    Qualche sporadica foto qua e la e riesco ad arrivare in Italia ad un orario decente, fermandomi in un simpatico alberghetto di montagna vecchio stile vicino ad Aosta, dopo la bellezza di:
    833 km (!)

    Panorama della Francia centrale (quel che se ne può vedere da un autogrill)

    L’imponente sagoma del Monte Bianco

    Declina il sole sulle Alpi

  • Giorno 10: Quimper – Le Mans

    Croissant, si era detto. Ma qui in Bretagna per la colazione sembrano preferire crepes e omelettes, per cui mi adeguo e ordino anch’io un omelette… e mi arriva poco dopo una specie di mega-frittatona farcita, apparentemente per 3 persone, il tipo di “porzione” che ci si aspetterebbe da Gianni il lurido! Comunque, vedo che ce l’hanno uguale pure i bambini, quindi zitto e mangia.
    A questo punto il giro per il centro di Quimper serve anche solo per digerire, ma in realtà ne vale assolutamente la pena: il borgo storico è molto bello, tutto vicoletti, scorci e pan-de-bois, una manna per fotografi. E poi comunque è una cittadina vivace (perlomeno dopo le 10 🙂 ) ma non affogata di turisti.
    Di foto ne ho scattate una quintalata, di souvenir ho preso anche gli ultimi, mi avvio serenamente verso l’ultima tappa del viaggio: la costa nord della Bretagna attorno a Paimpol. La strada, fatta di larghi curvoni, lunghi saliscendi, boschi, prati e vecchi borghi silenziosi, è la parte migliore, ma anche la destinazione si dimostra all’altezza.
    Infatti, memore del traffico del giorno precedente, passo solamente accanto alla popolarissima Paimpol (abbastanza vicino da apprezzare la bella baia e il porto) e mi fermo invece nel piccolo abitato di Pleubian, meno noto ma dotato di:
    – penisola circondata da dune e bassa laguna, riserva naturale, soprannominata “piccola Camargue”
    – distilleria artigianale di whisky in stile scozzese (Celtic Whisky Distillery – Glann ar Mor), piccola ma molto valida (degustazione d’obbligo)
    – baracchino che vende ostriche autoprodotte direttamente sulla baia (!) a un passo dalla distilleria, neanche fossimo a Skye.
    E così, degustato il whisky, abbuffato di ostriche (sono ormai quasi le 5 del pomeriggio, ma prima dovevo mandar giù il mostro-frittata), scattata la mia vagonata di foto e rilassato sulla spiaggia, resta solo da… girare la moto per tornare verso casa.
    Eh sì, siamo alla fine del giro e da qua si rientra. Comincio con un pezzettone di autostrada, tanto per portarmi avanti.
    km 493

    Prima delle 10 nella cattedrale ci siamo solo io e lui

    i meravigliosi vicoletti di Quimper

    I colori del whisky 

    La baia di Pleubian

  • Giorno 9: Rennes – Quimper

    Scendo dall’albergo e la moto è ancora lì e tutta intera… vista la quantità di sbandati notata la sera prima, non lo davo per scontato 🙂 Mi metto in marcia e noto subito che è Ferragosto, Rennes è assolutamente deserta, quasi spettrale. E anche sulle strade circostanti non c’è davvero nessuno… scelgo un percorso secondario che costeggia la foresta magica di Broceliande e lo percorro nella più totale solitudine, con lunghi tratti meravigliosi in mezzo ai boschi o attraverso paesi immobili. Una meravigliosa sensazione di pace che dura fin quasi alla prima tappa del giorno: Carnac
    Famosa per le sue rovine megalitiche (Dolmen e Menhir), Carnac è anche molto più vicina alla costa e si comincia a capire dov’è che sono finiti tutti quanti dal traffico che aumenta. Poco importa per il momento, tanto nel frattempo ho mollato la moto per fare un giro tra i menhir, che per inciso sono MOLTI, ma MOLTI di più di quel che sembra dai libri e sparsi su na superficie enorme.

    Dopo un abbuffata di menhir (e foto di menhir!) e, già che c’ero, anche di “gallettes”, specialità del posto di grano saraceno, mi rimetto in moto nel traffico, che però è diventato fastidioso.
    Dirigo verso la costa per visitare Quiberon, famosa per le sue dune sul mare, ma, appunto, sul mare ci sono tutti quelli che non c’erano in città! Riesco comunque a fare la mia scorta di foto e a mettere i piedi nell’oceano, ma il problema è uscire dal paese. Per fortuna anche con le borse la Versys è abbastanza agile da sgattaiolare via dalle code, che nel frattempo si sono fatte interminabili, ma il traffico mi rallenta comunque parecchio e quando arrivo a Quimper, ultima tappa di oggi, ormai è tardissimo. La visiterò domattina, magari cercandomi un buon croissant in centro.
    Km 364

    … il tuo più segreto sospir: un menhir!

    e un dolmen, per cambiare

    Le onde dell’oceano a Quiberon
  • Giorno 8: Raids – Rennes

    Partenza dal B&B dopo quattro chiacchiere con il simpaticissimo host (anche lui motociclista) e direzione Mont Saint-Michel. Ci vado a modo mio, lungo strade secondarie che serpeggiano appena dietro la costa, nel tipico e piuttosto gradevole panorama delle “marais”.
    Purtroppo una volta in vista della località più turistica di tutto il nord della Francia non c’è strada secondaria che tenga: code chiometriche, parcheggi pieni, fiumane di turisti che si spintonano lungo il cammino verso l’isola e che, soprattutto, si incastrano tra i vicoli strettissimi del borgo medievale. Tocca armarsi di pazienza, e rassegnarsi che alcune cose (ad esempio la parte alta dell’abbazia) non sono visitabili se non a costo di passare tutto il giorno in coda.
    Io sono di altro avviso… svicolo e mi godo in relativa tranquillità i vicoli meno esplorati del borgo scattando milionate di foto (maledette dalla luce del sole che va e viene) e quando riparto in direzione Rennes, riesco ancora ad arrivarci abbastanza presto da godermi un lungo giro del centro.
    Strana città Rennes, piena di contraddizioni: viuzze da alto medioevo e stazioni avveneristiche, palazzi di cemento e vetro accanto ad altri di legno e sasso, locali fichetti a letteralmente pochi metri da dove i senzatetto (ma quanti sono?!) pisciano per strada.
    La visita vale assolutamente la pena ma lascia un sapore dolceamaro. Per tirarmi su il morale, cena a ostriche e champagne, e si conclude la giornata in gloria! 
    Km 186

    Cavalli al pascolo nelle marais

    Mont Saint-Michel

    … a million candles burning for a help that never came…

    Rennes: borgo pan-de-bois e degrado metropolitano

  • Giorno 7: Rouen – Raids

    Non posso non dedicare la mattinata a completare la visita al centro storico di Rouen, con la speranza di trovare magari aperta la cattedrale, e di dare un’occhiata agli interni, se non magari di sentire qualche nota del famoso organo… ebbene ottengo ben più di quanto richiesto! Essendo infatti la domenica dell’Assunta, e la cattedrale intitolata a Notre-Dame, non solo è aperta ma c’è messa grande, cantata, con vescovo, organo e pure processione, per non farsi mancare nulla.
    La potenza dell’organo è indescrivibile… mi fermo per ascoltare fino a che la processione è uscita, poi è ora di fare le ultime foto e rimettermi in sella, questa volta con destinazione Omaha Beach.
    Pur essendo la domenica di Ferragosto sulla spiaggia ci sono poche decine di persone, tanto meglio così posso fare con calma il cammino guidata tra i vari punti dello sbarco (ma ormai non resta più molto a parte i monumenti commemorativi)… però il tempo scorre veloce e, tra una spanzata di ostriche (buone ma non quanto quelle scozzesi) e una visita al memoriale, si fa ormai sera.
    Prendendo il primo bed-and-breakfast libero nei paraggi, finisco per puro caso in una specie di castello: camera con ogni possibile comfort, mobili antichi, biblioteca e… caminetto! Troppa grazia!
    Km 237
    L’orologio grande di Rouen
    Per le vie di Rouen

    Il monumento commemorativo del D-Day a Omaha Beach (mah!)

    Toh, uno Sherman!