Posted in Senza categoria
Giorno 4: Rio Marina – Roma
Quasi a tradimento, mi sveglio con la pioggia… o meglio con quattro goccie che aumentano l’afa e subito se ne vanno. In fila all’imbarco del traghetto fa già un caldo tremendo, che peggiora durante la giornata e allontanandosi dal mare.
E una volta sbarcato di nuovo sul continente, il mare in effetti me lo lascio alle spalle, ma non prima di essermi sciroppato un lungo tratto di Livorno-Roma (prima) e Aurelia (poi). Nonostante il caldo torrido, è una consolazione staccarsi dalle grandi strade e puntare verso l’interno, tra le colline dell’alto Lazio. Il paesaggio è nettamente diverso qui; non più aspro come nella parte umbro-marchigiana, invece ricorderebbe quasi l’ondulata Bretagna… se non fosse per l’uniforme color “erba secca”. 
E’ comunque il tipo di terreno ideale per la Versys, che, incurante della calura, romba felice in quasi totale solitudine.
Anche qui si sprecano i borghi storici che meriterebbero una sosta e ben più di qualche foto, ma io ho già scelto il mio: Bomarzo, con il suo famoso “Giardino dei Mostri”. Rapida sosta per “magnà”, come si dice qui (lumache al sugo, cicoria in rosso, e ciambelline all’anice… yumm!) ed è un infuocatissimo pomeriggio, quando entro nel parco, che per fortuna è quasi tutto all’ombra di alberi secolari. E’ comunque un’esperienza a dir poco bizzarra ed enigmatica.
Poco però il tempo di pensarci su… punto verso Roma, costeggiando il lago di Vico, tra bellissimi colli alberati e ombrosi; ci volevano, prima del Grande Raccordo Anulare per arrivare all’hotel in zona EUR. Cena in ristorantino tipico sul lungotevere: rigatoni co la pajata e cicoria sartata… ammazza aho! 
Km: 358